“Ciao Italia”: Homonationalist and Homonormative Tendencies in Drag Race Italia
by Alice Parrinello
Drag Race Italia is the latest iteration of the RuPaul’s Drag Race franchise, which was originated by RuPaul Charles in 2009. After several successful seasons produced in the United States, the drag queens competition empire expanded internationally and it now comprises, for instance, Drag Race Thailand, Canada, UK, and España among others. While the Italian reality competition is modelled on the original show, nonetheless, it presents peculiarities that are worth investigating.
Not off to a good start, the show premiered in Italy on the streaming channel Discovery+ on the 19th of November 2021 and was immediately followed by the shutdown of its Instagram account after it had been reported. However, while the atmosphere around it has not been entirely welcoming, the show was set to promote and embrace italianità, right from the very first episode. For instance, the drag queens were required to create an outfit, which well represented Italy symbolically and culturally. Italianità is placed front and centre, and the competitors are set to represent themselves as part of a wider national narrative.
The paper will investigate how Italian cultural symbols are portrayed on the show, spanning from cities, such as Venice, to the late diva Raffaella Carrà. The main aim is to understand if the competition is following a homonationalist paradigm or if it is challenging it. While Jasbir Puar defined homonationalism as the incorporation of the LGBTQ+ community within national narratives (2007), Antonia Anna Ferrante localised Puar’s ideas within the Italian context. Ferrante argued that there is a specifically Southern Italian way to resist (homo)normalising tendencies that promote the North of Italy, as well as homogenising forces coming from the Anglosphere (2019). Thus, the paper will examine Drag Race Italia and its promotion of italianità, against the backdrop of Italian homonationalist tendencies (Colpani 2015; Acquistapace et al. 2016; Ferrante 2019).
Drag Race Italia è l’ultima edizione della serie RuPaul’s Drag Race, ideata da RuPaul Charles nel 2009. Dopo diverse stagioni di successo prodotte negli Stati Uniti, l’impero delle drag queen si è espanso a livello internazionale e ora comprende, ad esempio, Drag Race Thailandia, Canada, Regno Unito e Spagna. Il reality italiano, pur ricalcando lo show originale, presenta alcune peculiarità passibili di approfondimento.
Partito con alcune difficoltà, Il programma ha debuttato in Italia sul canale streaming Discovery+ il 19 novembre 2021, ed è stato immediatamente seguito dalla chiusura del suo account Instagram dopo segnalazione. Sebbene l’atmosfera non sia stata propriamente accogliente, lo show è stato impostato per promuovere e abbracciare l’italianità, fin dal primo episodio. Ad esempio, alle drag queen è stato chiesto di creare un abito che rappresentasse bene l’Italia dal punto di vista simbolico e culturale. L’italianità è posta in primo piano e le concorrenti devono rappresentarsi come parte di una più ampia narrazione nazionale.
Questo studio pone a tema i diversi modi in cui i simboli culturali italiani vengono rappresentati nello show, spaziando da città come Venezia a personalità di spicco, come la defunta diva Raffaella Carrà. L’obiettivo principale è capire se lo show segue un paradigma omo-nazionalista, o se lo sfida. Se Jasbir Puar ha definito l’omonazionalismo come l’incorporazione della comunità LGBTQ+ all’interno delle narrazioni nazionali (2007), Antonia Anna Ferrante ha localizzato le idee di Puar nel contesto italiano. Ferrante sostiene che esiste un modo specificamente meridionale di resistere alle tendenze (omo)normalizzanti che promuovono il Nord Italia, così come alle forze omogeneizzanti provenienti dall’Anglosfera (2019). L’articolo esamine dunque Drag Race Italia rispetto alla promozione dell’italianità, sullo sfondo delle tendenze omo-nazionaliste italiane (Colpani 2015; Acquistapace et al. 2016; Ferrante 2019).