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Design italiano o design globale? Una riflessione

by Spartaco Paris

This essay analyzes the evolution of post-WWII Italian design, in light of Giulio Carlo Argan’s identification of Italian design as the combination of aesthetic form and expedient domestic objects. This creative/ industrial blend was mostly the result of the socio-economic situation that affected Italy in the first two-three decades after the war, when a low-income economy stimulated artists and architects to apply their creativity to the production of useful, and yet attractive, items (kitchen appliances, chairs, furniture, shoes, lamps…), without ever losing sight of the aesthetic aspect of design. Italian design’s constant attention for humble, but luxurious/ beautiful objects, has indeed inspired the way the world looks at design.

Questo breve saggio traccia una ricognizione socioculturale dell’evolversi del design italiano a partire dagli anni Cinquanta, secondo una dialettica che congiunge il concetto di “disegno” di ascendenza rinascimentale all’idea di “morale dei vinti” nei termini definiti da Giulio Carlo Argan. La tesi di fondo è che il design italiano si distingua per la sua spiccata tendenza a ricreare effetti di piacere estetico negli spazi domestici, laddove altre tradizioni nazionali privilegiano l’utilità alla bellezza visiva. Il design italiano di prodotti di estrazione popolare, abbinato a uno schema industriale votato alla qualità che tutela il valore della produzione artigianale, si sviluppa dunque come tentativo di riprodurre il piacere del lusso nella quotidianità. Questi caratteri hanno segnato indelebilmente la storia del design mondiale.

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Design italiano o design globale? Una riflessione

by Spartaco Paris

This essay analyzes the evolution of post-WWII Italian design, in light of Giulio Carlo Argan’s identification of Italian design as the combination of aesthetic form and expedient domestic objects. This creative/ industrial blend was mostly the result of the socio-economic situation that affected Italy in the first two-three decades after the war, when a low-income economy stimulated artists and architects to apply their creativity to the production of useful, and yet attractive, items (kitchen appliances, chairs, furniture, shoes, lamps…), without ever losing sight of the aesthetic aspect of design. Italian design’s constant attention for humble, but luxurious/ beautiful objects, has indeed inspired the way the world looks at design.

Questo breve saggio traccia una ricognizione socioculturale dell’evolversi del design italiano a partire dagli anni Cinquanta, secondo una dialettica che congiunge il concetto di “disegno” di ascendenza rinascimentale all’idea di “morale dei vinti” nei termini definiti da Giulio Carlo Argan. La tesi di fondo è che il design italiano si distingua per la sua spiccata tendenza a ricreare effetti di piacere estetico negli spazi domestici, laddove altre tradizioni nazionali privilegiano l’utilità alla bellezza visiva. Il design italiano di prodotti di estrazione popolare, abbinato a uno schema industriale votato alla qualità che tutela il valore della produzione artigianale, si sviluppa dunque come tentativo di riprodurre il piacere del lusso nella quotidianità. Questi caratteri hanno segnato indelebilmente la storia del design mondiale.

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